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Atene, Grecia
Atene, Grecia
Viaggio alle origini della nostra civiltà

Venerdì 29 marzo
Arrivo ad Atene in serata. L'annuncio del ritardo del volo ci convince a farci prenotare un taxi dalla nostra host Maria, in quanto dopo la mezzanotte la metro chiude. L'accoglienza è molto calorosa. L’appartamento è piccolo, ma c'è tutto ciò che serve, e soprattutto si trova in posizione centrale.
Un elemento che avremo modo di apprezzare nei giorni successivi è la piccola libreria che si trova proprio sotto l'appartamento: curatissima scelta di opere, giardino sul retro con la poesia di un arancio e di una copia di statua classica, gatto che a seconda dell'ora ozia o reclama carezze; ritmo lento dei titolari, che si concedono una chiacchiera ed un ouzo tra amici con cui scivolare con molta naturalezza dall'orario ufficiale di chiusura al tempo disteso di una apertura serale tra foto e disegni di giovane artista: vernissage metropolitano servito con l'accoglienza semplice e vera di una casa di amici.



Sabato 30 marzo
Dell’appartamento di via Iraklidon 22, ci dirigiamo verso l'Acropoli, da dove inizia il nostro viaggio nelle origini della nostra civiltà .
Si è già formata una lunga coda davanti alla biglietteria: avremmo dovuto acquistare il biglietto d'ingresso online almeno il giorno prima per evitare la lunga attesa. Questo ci consente comunque di prendere un po' di sole, che qui è già molto caldo, e di ammirare la grande varietà e il grande numero di visitatori.
Salendo lungo il pendio si può ammirare il teatro di Erode Attico, più piccolo e meglio conservato, dove si tengono tutt'ora degli spettacoli. La fatica della salita viene ampiamente ricompensata nel varcare la porta d'ingresso dell'Acropoli, i Propilei.



E di fronte a noi il Partenone. Un lato ricoperto da impalcature per il restauro, ma non per questo privo di attrattiva. Si può immaginare la maestosità e la forza che poteva emanare un tempo, nel suo massimo splendore.
A destra il tempietto di Atena Nike
Sul lato sinistro del Partenone l’Eretteo, con la Loggia delle cariatidi (ahimè delle copie) molto suggestivo.
Dietro il Partenone, una torretta che ospita la bandiera greca e testimonia gli eroi della resistenza che hanno dato la vita per la libertà.


Panorama impagabile su tutta la città.


Il panorama dall'alto permette di ammirare tra l'altro l'Olimpeion, tempio di Zeus Olimpio, ed uno scorcio dello Stadio (inaugurato nel 1894 da De Coubertin, per il ripristino delle Olimpiadi moderne).
Scendendo dall'altro versante dell'Acropoli si attraversa il Teatro di Dioniso, immenso, che arrivava ad ospitare 15 mila persone. Si possono ancora vedere le sedute della prima a fila, intitolate alle persone più illustri dell'epoca.
Un gelato è quello che ci vuole per placare la calura, e per riprendersi prima di affrontare il museo dell'Acropoli.
Il museo è una rivelazione: pensavo che dopo i resti dei templi antichi dell'Acropoli non ci fossero grandi cose da ammirare, ma sbagliavo. La moderna concezione del museo, la sua posizione strategica giusto di fronte al Partenone, la presenza di reperti posizionati in aree perfettamente integrate nel contesto Grecia Antica, danno al visitatore una totale immersione nella storia e nella bellezza di questa civiltà.
Le Korai, queste figure femminili di età arcaica, scolpite con i pepli drappeggiati e accurate acconciature, troneggiano nell'ampia sala. Così come le vere cariatidi, poste qui per preservarne lo stato.
Ritornando ai nostri giorni, la passeggiata continua lungo i vicoli di Plaka, quartiere vivace dalle immancabili bancarelle “acchiappa turisti”, ma anche ricco di localini tipici. Il Caffè Melina ne è un esempio. Tappezzato da immagini della celebre attrice, nonché ministro della cultura Melina Mercuri. Qui per la prima volta il gesto antico dell'ospitalità: non si fa in tempo a sedersi che arriva dell'acqua fresca; sarà un'attenzione ripetuta in quasi tutte le nostre soste, non importa se poi rientra nel conto o no, è un segno di cura per chiunque venga 'da lontano' e, come al tempo di Ulisse, la si offre prima ancora di chiedere "Chi sei, cosa vuoi?"
La stanchezza comincia a farsi sentire, quindi rientro in appartamento per un riposino prima di uscire per cena. Ampia scelta di ristoranti tipici, devo dire affollati in questo sabato sera. Spiedini d'agnello con patatine fritte, una delizia. Non ci si può alzare da tavola senza degustare un dessert offerto dalla casa.


Domenica 31 marzo
Dopo un lungo sonno ristoratore, ci incamminiamo verso Monastiraki e lungo Pandrossu , la via dei negozietti, sbucando sulla piazza Mitropoleos, dove di fianco alla chiesa dell'Annunciazione si erge una graziosa chiesetta bizantina, Piccola Mitropoli.


Da qui, prendiamo via Ermou, che separa la parte più antica da quella moderna, ed arriviamo al Museo Benaki d’arte islamica, con reperti provenienti da collezioni private, veramente interessante. La terrazza della caffetteria del museo regala un panorama mozzafiato: difronte a noi il Ceramico, antico quartiere dei vasai e cimitero, dove i resti antichi si legano armoniosamente alla vegetazione mediterranea, e poi la città metropolitana di Atene che si estende a vista d'occhio da un lato, mentre dall'altro si erge maestosa l'Acropoli con il profilo del Partenone.
Arriviamo a Psirri, un quartiere con locali tipici inseriti in un contesto più moderno, in alcuni tratti un po' degradato. Un pranzo veloce a base di verdure grigliate con formaggio cipriota (Hallumi) e crocchette di formaggio. Tutto buonissimo. Anche qui il dono ospitale del dessert.
Ripresa via Ermou, arriviamo a piazza Syntagma, dove davanti al parlamento le guardie in costume tipico mettono in scena il cambio della guardia.

Siamo vicini al Museo dell'arte cicladica, basta costeggiare il giardino nazionale dietro il parlamento.
Questo museo ospita i reperti più antichi dell'arte greca, famose sono le sculture che rappresentano figure stilizzate, riprese nei tempi più moderni da Picasso, Modigliani.
Torniamo verso Plaka tagliando per i giardini e sostando tra il profumo intenso delle zagare che spuntano tra le arance mature e prendiamo il quartiere Anafiotica: un labirinto di viuzze inerpicate lungo il pendio sotto il Partenone, puntellato di casine bianche immerse nella vegetazione, che ricordano le abitazioni delle Cicladi.

Poi lungo l'area dell'agorà romana, con l'ottagonale Torre dei Venti, di epoca successiva, e ciò che resta della biblioteca fatta costruire dall'imperatore Adriano.
Cena lungo via Adrianou con vista sul Partenone e sul Theseion illuminati.

Lunedì 1 aprile
Visita all' Agorà e al tempio di Efesto (o Theseion), il meglio conservato tra tutti i templi presenti ad Atene.
Già all’ingresso, all'inizio della via Panatenaica, si percepisce una strana sensazione, la suggestione di immaginare di tornare all'antichità, quando questa via era attraversata dalle processioni in onore della Dea Athena.

Tutto intorno reperti che testimoniano la vivacità della città [magnificenza] greca prima e romana poi: è lo spazio dove avevano sede gli edifici della più antica democrazia, dove il vociare del mercato accompagnava ogni giornata.
L’unico elemento che a parer mio stona, anche se per molti è invece un'esperienza imprescindibile, è la ricostruzione realizzata negli anni 50 del ‘900 del lungo porticato di Attalo, che un tempo ospitava botteghe e mercanti. Oggi è la sede di un museo, molto interessante.
La vegetazione che qua e là prende il sopravvento rispetto ai reperti storici rende il tutto molto suggestivo: gli ulivi in particolare, attraverso i loro rami irregolari, permettono di scorgere il Partenone, il Tempio di Efesto, la statua di un Tritone, una chiesetta ortodossa in lontananza.

Uscendo dall'area dell'Agorà, una lunga coda si è formata davanti alla biglietteria: questa volta abbiamo fatto bene ad arrivare presto!
Ci incamminiamo nuovamente verso le bancarelle e i negozietti di Monastiraki. Una larga scalinata che conduce ad Anafiotica è completamente occupata dai tavolini dei bar e ristoranti a destra e a sinistra, che creano nell'insieme apparentemente caotico, un'atmosfera piacevole e conviviale per gustare un caffè in compagnia.

Continua la passeggiata tra le bancarelle per l'ultimo souvenir e per uno yogurt greco che ancora non avevamo assaggiato, per poi rientrare a recuperare la valigia e raggiungere la metro di Monastiraki che ci conduce all'aeroporto.
Salutiamo così Atene, questa città che ci ha regalato uno splendido week-end di sole, di storia, di cultura e grande bellezza.